Il filosofo di campagna, Bruxelles, Boucherie, 1766

 ATTO TERZO
 
 SCENA PRIMA
 
 Luogo campestre con casa rustica di Nardo.
 
 RINALDO solo
 
 RINALDO
 Di Nardo nell’albergo,
 che fu già mio rival, ci porta il fato
 ma Nardo ho rittrovato
 meco condiscendente e non pavento.
610Ed ho cor d’incontrare ogni cimento.
 
    Se ai vaghi lumi tuoi
 cara mi accesse amore
 chiedi ad amor se puoi
 tutto sperar da me.
 
615   Amor dirà che fido
 difenderti saprai
 dal giorno che imparai
 a sospirar per te.
 
 SCENA II
 
 DON TRITEMIO e poi LESBINA
 
 DON TRITEMIO
 Figlia figlia sgraziata
620dove sei? Non ti trovo. Ah se Rinaldo
 mi capita alle mani,
 lo vuo’ sbranar, come fa l’orso i cani.
 LESBINA
 Signor, che cosa avete
 che sulle furie siete?
625Fin là dentro ho sentito
 che siete malamente inviperito.
 DON TRITEMIO
 Ah! Son assassinato!
 M’ha la figlia involato,
 non la trovo, non so dov’ella sia.
 LESBINA
630E non vi è altro?
 DON TRITEMIO
                                 Una minchioneria.
 LESBINA
 Eugenia vostra figlia
 è in sicuro, signor, ve lo prometto,
 è collo sposo suo nel nostro tetto.
 DON TRITEMIO
 Là dentro?
 LESBINA
                       Signorsì.
 DON TRITEMIO
635Collo sposo?
 LESBINA
                          Con lui.
 DON TRITEMIO
                                           Ma Nardo dunque...
 LESBINA
 Nardo signor l’ha a caro,
 per ordin suo vuo a prender il notaro. (Parte)
 
 SCENA III
 
 DON TRITEMIO, poi NARDO
 
 DON TRITEMIO
 Oh questa sì che è bella!
 Nardo, a cui l’ho promessa,
640me l’ha fatta involar? Per qual ragione?
 Sì sì, l’ha fatta da politicone.
 Eugenia non voleva.
 Rinaldo pretendeva.
 Ei l’ha menata via.
645Anche questa sarà filosofia.
 NARDO
 Io crepo dalle risa.
 Oh che caso ridicolo e giocondo!
 Oh che gabbia di pazzi è questo mondo.
 DON TRITEMIO
 (Eccolo qui l’amico).
 NARDO
                                        (Ecco il buon padre).
 DON TRITEMIO
650Galantuomo, che fa la figlia mia?
 NARDO
 Bene, ai comandi di vossignoria.
 DON TRITEMIO
 Rapirmela mi pare
 una bella insolenza.
 NARDO
 La cosa è fatta e vi vorrà pazienza.
 DON TRITEMIO
655E lei, quella sfacciata,
 cosa dice di me?
 NARDO
                                 Non dice niente.
 DON TRITEMIO
 Non teme il padre?
 NARDO
                                      Non l’ha neanco in mente.
 DON TRITEMIO
 Basta, chi ha fatto il male
 farà la penitenza.
660Dote non ne darò certo, certissimo.
 NARDO
 Sì sì, fate benissimo.
 Stimo que’ genitori,
 che profittan dei figli anco gli errori.
 DON TRITEMIO
 Dov’è? La vuo’ veder.
 NARDO
                                          Per ora no.
 DON TRITEMIO
665Eh lasciatemi andar...
 NARDO
                                           Ma non si può.
 DON TRITEMIO
 La volete tener sempre serrata?
 NARDO
 Sì, fino ch’è sposata.
 DON TRITEMIO
 Questa è una mal’azzion che voi mi fate.
 NARDO
 No, caro amico, non vi riscaldate.
 DON TRITEMIO
670Mi riscaldo, perché
 si poteva con me meglio trattare.
 Se l’aveva promessa,
 lo sposo aveva le ragioni sue.
 NARDO
 I sposi erano due,
675v’erano dei contrasti, onde per questo
 quel che aveva più amor fatto ha più presto.
 DON TRITEMIO
 Io l’ho promessa a voi.
 NARDO
 Ma lei voleva il suo Rinaldo amato.
 DON TRITEMIO
 Ma questo...
 NARDO
                          Or su, quello ch’è stato è stato.
 DON TRITEMIO
680È ver; non vuo’ impazzire;
 l’ho trovata alla fine e ciò mi basta.
 Doppo il fatto si loda.
 Chi l’ha avuta l’ha avuta e se la goda.
 
 Aria
 
    Per donne non voglio
685né pena né imbroglio,
 mi piace la pace
 del mio cor.
 
 SCENA IV
 
 NARDO, poi LESBINA
 
 NARDO
 Nato son contadino,
 non ho studiato niente;
690ma però colla mente
 talor filosofando a discrezione
 trovo di molte cose la ragione
 e vedo chiaramente
 che interesse, superbia, invidia e amore
695hanno la fonte lor nel nostro core.
 LESBINA
 Ma cappari! Si vede,
 affé, che mi volete poco bene.
 Nel giardino v’aspetto e non si viene.
 NARDO
 Un affar di premura
700m’ha trattenuto un poco,
 concludiam, se volete, in questo loco.
 LESBINA
 Il notaro dov’è?
 NARDO
                                Là dentro. Ei scrive
 il solito contratto
 e si faranno i due sponsali a un tratto.
 LESBINA
705Ma s’Eugenia fuggì...
 NARDO
                                         Fu ritrovata.
 Là dentro è ricovrata
 e si fa con Rinaldo l’instrumento.
 LESBINA
 Don Tritemio che dice?
 NARDO
                                              Egli è contento.
 LESBINA
 Dunque, quando è così, facciamo presto.
710Andiam caro sposino.
 NARDO
 Aspettate, Lesbina, anche un pochino.
 LESBINA
 (Non vorrei che venisse...)
 NARDO
                                                   A me badate,
 prima che mia voi siate,
 a voi vuo’ render note
715alcune condizion sopra la dote.
 LESBINA
 Ho inteso il genio vostro.
 Non vi sarà pericolo
 che vi voglia spiacer neanche d’un piccolo.
 NARDO
 Quando è così mia cara
720porgetemi la mano.
 LESBINA
                                       Eccola pronta.
 NARDO
 Del nostro matrimonio
 invochiamo Cupido in testimonio.
 LESBINA
 
    Lieti canori augelli
 che tenerelli amate,
725deh testimon voi siate
 del mio sincero amor.
 
 NARDO
 
    Alberi, piante e fiori
 i vostri ascosi ardori
 insegnino a due sposi
730il naturale amor.
 
 LESBINA
 
    Par che l’augel risponda:
 «Ama la sposa ognor».
 
 NARDO
 
    Dice la terra e l’onda:
 «Ama lo sposo ancor».
 
 LESBINA
 
735   La rondinella
 vezzosa e bella
 solo il compagno
 cercando va.
 
 NARDO
 
    L’olmo e la vite,
740due piante unite
 ai sposi insegnano
 le fedeltà.
 
 LESBINA
 
    Io son la rondinella
 ed il rondon tu sei.
 
 NARDO
 
745Tu sei la vite bella,
 io l’olmo esser vorrei.
 
 LESBINA
 
    Rondone fido
 nel caro nido
 vieni, t’aspetto.
 
 NARDO
 
750Prendimi stretto
 vite amorosa,
 diletta sposa.
 
 A DUE
 
    Soave amore,
 felice ardore,
755alma del mondo,
 vita del cor.
 
    No, non si trova,
 no, non prova
 più bella pace,
760più caro ardor. (Partono ed entrano nella casa)
 
 SCENA V
 
 DON TRITEMIO
 
 DON TRITEMIO
 Diamine! Che ho sentito?
 Di Lesbina il marito
 pare che Nardo sia.
 Che la filosofia
765colle ragioni sue
 accordasse ad un uom sposarne due?
 Quel che pensar non so.
 All’uscio picchierò. Verranno fuori;
 scoprirò i tradimenti e i traditori.
 
 SCENA VI
 
 LESBINA e ditto
 
 LESBINA
770Chi è qui?
 DON TRITEMIO
                       Ditemi presto,
 cosa si fa là dentro?
 LESBINA
 Finito è l’istromento;
 si fan due matrimoni.
 Tra gli altri testimoni,
775che sono cinque o sei,
 se commanda venir, sarà anco lei.
 DON TRITEMIO
 Questi sposi quai son?
 LESBINA
                                            La vostra figlia
 col cavalier Rinaldo.
 DON TRITEMIO
 Cospetto! Mi vien caldo.
 LESBINA
780E l’altro, padron mio,
 è la vostra Lesbina che son io.
 DON TRITEMIO
 Come? Lesbina? Ohimè! No non lo credo.
 LESBINA
 Eccoci tutti tre.
 DON TRITEMIO
                               Ahi! Cosa vedo!
 RINALDO
 
    Ah mio signor perdono,
785suocero per pietà.
 
 LESBINA
 
    Sposa, signor, io sono.
 
 NARDO
 
 Quest’è la verità.
 
 DON TRITEMIO
 
    Perfidi, scelerati.
 Vi siete accomodati?
790Senza la figlia mesto,
 senza la sposa resto.
 Che bella carità!
 
 LESBINA
 
    Quando di star vi preme
 con una sposa insieme,
795ecco, signor, son qua.
 
 DON TRITEMIO
 
    Per far dispetto a lei,
 per disperar colei,
 presto mi sposerò.
 
 TUTTI
 
    Sia per diletto,
800sia per dispetto
 amore al core
 piacer darà.
 
 
 Fine